
Perchè scegliere il dondolo in ferro da giardino Gaia
15 Luglio 2021
Cancelli, recinzioni e ringhiere
30 Settembre 2021
Il giardino rinascimentale (detto anche giardino formale o giardino all’italiana) si sviluppa come naturale evoluzione del giardino medievale che viene rimodellato alla luce della nuova sensibilità dell’ambiente d’avanguardia della Firenze quattrocentesca. Bernardo Rucellai, nel suo Giardino di Quaracchi, inizia introducendo una pergola di collegamento della villa al fiume Arno, primo chiaro esempio di ricerca prospettica nell’inserimento del giardino nel paesaggio. Altre novità sono d’ispirazione classica secondo la moda del tempo: bossi modellati seguendo i dettami dell’Ars Topiaria, vasi, sedili e statue in marmo, labirinti d’arbusti solo per citarne alcuni.
Nel quattrocento però si tratta solo di tendenze, di inclinazione al piacevole più che di veri e rigorosi progetti. Almeno fino alla scrittura del De Re Aedificatoria (1450 circa) di Leon Battista Alberti. Le soluzioni ed i modelli proposti nel trattato divennero con il tempo dei veri e propri paradigmi: l’anfiteatro di fronte alla villa, la disposizione delle statue ornamentali, i bossi modellati in lettere e figure, le piante organizzate in disegni geometrici, le grotte ornate di conchiglie, solo per citarne alcuni. Il concetto della ricerca di una “felice posizione panoramica” dell’Alberti e successivamente la fortissima astrazione e rigore teorico nella descrizione del giardino dell’isola di Citera che emergono nel Hypnerotomachia Poliphili scritto nel 1499 da Francesco Colonna, gettano le basi della ragione che domina la natura, dell’uomo al centro dell’universo che raggiungeranno il proprio apice nel cinquecento.
I caratteri fondamentali del giardino detto “formale” o “all’italiana” nascono proprio tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo per mano di due maestri come Bramante e Raffaello tra i due poli di Firenze e Roma. Bramante nel 1503 sistema i Giardini Vaticani modellando i dislivelli naturali in terrazze collegate da scalee in un complesso gioco di equilibri tra opere architettoniche quali il Nicchione del Belvedere e le aree verdi. Nel progetto (purtroppo mai realizzato ma attualmente conservato agli Uffizi) dei Giardini di Villa Madama Raffaello articola un gioco di terrazze e scale ancora più ardito, sintesi di genio artistico e mente razionale.
Il giardino rinascimentale, sempre dominato da un palazzo o da una villa, deve integrarsi nel paesaggio senza mai nasconderlo, da qui l’uso di terrazzamenti e scalinate. L’ordine, la simmetria e l’equilibrio tra verde e strutture architettoniche donano al giardino grande eleganza. Le zone verdi sono dominate da arbusti e siepi modellati rigorosamente in forme geometriche, in labirinti, tunnel e statue. Pergolati e strutture simili sono arricchiti da viti e rampicanti. Pochi gli alberi ad alto fusto, coltivati in enormi vasi collocati su piedistalli per esaltare lo sviluppo in verticale. Prati e manti erbosi sono mantenuti bassi e curatissimi. L’acqua è protagonista del giardino formale con grandi piscine rettangolari, fontane, laghetti artificiali, corsi d’acqua, grotte, organi d’acqua per divertire e stupire proprietari ed ospiti.
Il paradigma assoluto di giardino rinascimentale all’italiana è attribuito all’opera di Niccolò Tribolo con i suoi Giardini di Boboli (da lui iniziati ma portati a compimento da Bartolomeo Ammannati per la prematura morte del maestro) che si estendono alle spalle di Palazzo Pitti a Firenze, di Villa Castello (ora sede dell’Accademia della Crusca e nominata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2013) e di Villa Corsini (entrambi sempre a Firenze) che furono fonte di ispirazione per i giardini francesi, inglesi e di tutta Europa.
Villa d’Este a Tivoli
Altri bellissimi esempi di giardini all’italiana sono Villa d’Este a Tivoli anch’essa nominata Patrimonio dell’Umanita UNESCO, il cui schema architettonico giocato tra terrazze e pendii è tipico nelle città romane, Villa Lante a Bagnaia nella Tuscia insieme al Parco dei Mostri di Bomarzo.
Parco dei Mostri a Bomarzo